Da un lato c’è l’utilizzo in autonomia di strumenti consumer come ChatGPT, brillanti e immediati ma privi di governance; dall’altro ci sono soluzioni come Microsoft Copilot, integrate nell’ecosistema aziendale e protette da identità e policy di sicurezza.
Per molte aziende il vero rischio è pensare di poter rimandare la decisione. In realtà, non scegliere equivale ad aver già scelto: i collaboratori utilizzano comunque strumenti di AI per lavorare, dando vita al fenomeno dello Shadow AI: un’adozione non governata che espone dati e processi a rischi difficili da prevedere e priva l’azienda di ogni forma di visibilità e controllo.
In questo contesto Copilot assume una valenza diversa: non solo perché “vive” dentro Word, Excel o Outlook, ma perché porta l’AI all’interno di un’infrastruttura familiare e sicura, dove l’innovazione è accompagnata da regole, governance e protezione dei dati aziendali.
Il prezzo nascosto delle scorciatoie
Il tema centrale non è la tecnologia in sé, quanto il livello di controllo che l’azienda è disposta a cedere. Strumenti consumer come ChatGPT sfuggono alla supervisione IT: conversazioni e dati caricati finiscono in ambienti esterni, senza visibilità e senza garanzie. Diversi studi hanno già dimostrato che quasi la metà degli utenti ha condiviso informazioni aziendali riservate con piattaforme pubbliche di AI. È quindi altamente probabile che lo stesso accada anche nella tua azienda.
E i rischi non si fermano qui. Che cosa accade se ChatGPT viene utilizzato da un dispositivo personale compromesso da malware? O se un account viene violato? O ancora se la piattaforma stessa subisce una fuga di dati? Non sono scenari teorici: episodi reali, come la pubblicazione su Google di conversazioni private degli utenti, hanno già dimostrato quanto questo rischio sia concreto.
Dal dato al contesto: la nuova frontiera del rischio
Il vero pericolo non è tanto nel singolo file caricato, quanto nel contesto che lo accompagna: processi, strategie, logiche decisionali. Un patrimonio che, se intercettato da attori malevoli, può trasformarsi in attacchi mirati e devastanti. L’AI sta già alimentando un salto di qualità negli attacchi cyber: spear phishing iper-personalizzato, deepfake convincenti, frodi miliardarie. Un dato inserito con leggerezza in una chat pubblica può diventare la miccia di un danno su larga scala.
Copilot: dal consumo individuale alla governance aziendale
Ecco perché optare per Copilot non significa solo scegliere un prodotto diverso, ma un modello di valore. Copilot porta l’AI dentro il perimetro aziendale, sotto le stesse policy che regolano Microsoft 365: identità aziendali, accessi governati, log e tracciabilità. Significa poter sfruttare la potenza dell’AI senza rinunciare al controllo, con la certezza che i dati restano sotto la responsabilità dell’azienda stessa.
Ma soprattutto, significa trasformare l’adozione dell’AI in un percorso guidato e sostenibile. Non un servizio isolato che resta confinato fuori dall’azienda, ma un investimento che si integra nei processi, si adatta alle esigenze specifiche e si evolve insieme alle priorità strategiche. È un cambio di paradigma: dall’uso individuale e incontrollato dell’AI al governo aziendale dell’innovazione.
Il ruolo dei leader aziendali
Il futuro non sarà scritto da chi saprà usare più in fretta l’intelligenza artificiale, ma da chi saprà governarla con lucidità. Per i C-level questa non è una scelta tecnica, ma una decisione strategica: proteggere i dati, preservare la fiducia e garantire che l’AI diventi un acceleratore di crescita, non un moltiplicatore di rischi.