È qui che l’MXDR, innestato nello stack Microsoft 365, fa la differenza. I segnali di Defender, Entra, Intune e Sentinel smettono di vivere in silos e diventano un’unica storia leggibile: chi ha fatto cosa, quando, da dove e con quale impatto. L’integrazione non aggiunge rumore; costruisce una regia. Ed è quella regia a trasformare gli allarmi in decisioni, e le decisioni in azioni.
Immaginiamo un lunedì mattina. Un’email ben congegnata supera le barriere della diffidenza e ottiene un clic. In Exchange Online, Defender for Office 365 rileva indicatori sospetti; a pochi minuti di distanza Entra ID registra un accesso anomalo da una geografia improbabile. Su un portatile, Defender for Endpoint nota l’avvio di PowerShell in modo non coerente con l’abitudine di quell’utente. Singolarmente, sono fotogrammi; insieme, sono la trama di un tentativo di compromissione identità seguito da movimento laterale. L’MXDR li ricompone in una linea temporale unica, eleva il caso a incidente e avvia la risposta.
La sequenza operativa è rapida e guidata. In Entra si procede al revoke dei token e al reset forzato delle credenziali, interrompendo la sessione sospetta. L’endpoint viene isolato con Defender, mantenendo solo i canali indispensabili all’indagine. A livello di tenant si blocca il mittente della campagna, mentre in Sentinel si orchestrano le ricerche per individuare regole di inoltro malevole, app OAuth con consenso anomalo/non autorizzato ed eventuali spostamenti laterali. Intune impone lo stato di non conformità temporanea al dispositivo, così da evitare rientri frettolosi in produzione. Qui l’automazione fa davvero la differenza: i playbook orchestrano in sequenza la rimozione delle regole malevole, la revoca dei token, la disconnessione delle app sospette e l’innalzamento temporaneo del rischio in Conditional Access; chiusa l’analisi, il dispositivo rientra conforme in Intune senza passaggi manuali superflui.
Automazione non significa cedere il controllo. Nei contesti critici, le azioni più invasive — isolare un server di produzione, ruotare credenziali di un account privilegiato — passano da gate di approvazione con ruoli chiari. È una governance leggera ma rigorosa: propone il SOC, autorizza il responsabile interno, ogni scelta resta tracciata. Così si evita l’over-blocking e si tiene allineata la sicurezza con la continuità operativa.
Per chi guida IT e sicurezza, la differenza si misura nel tempo utile guadagnato. Meno minuti persi a interpretare, più minuti investiti a decidere: triage più rapido, chiusure al primo passaggio, finestre di esposizione che si accorciano. A beneficiarne non sono solo le operations: la tracciabilità end-to-end — evidenze, tempi, decisioni — semplifica audit e adempimenti, in linea con i principi di NIS2 e, per i soggetti finanziari, DORA. La sicurezza smette di essere un racconto ex post e diventa un processo dimostrabile.
L’integrazione non impone di cambiare ciò che già funziona. Se usi Microsoft 365, hai già gran parte della telemetria necessaria. L’MXDR aggiunge il mestiere: la lettura trasversale, la risposta codificata, la capacità di apprendere dai casi chiusi. Ogni incidente diventa materiale per consolidare regole e processi, riducendo la probabilità di rivedere lo stesso film.
Alla fine, la promessa è pragmatica: usare quello che già hai in Microsoft 365 per vedere meglio, capire prima, agire bene. L’MXDR è il metodo per riuscirci senza inseguire l’ennesima piattaforma.
Il ruolo di 4IT
4IT Solution ha creato Security Essentials, un nuovo pacchetto dedicato interamente a trasformare la sicurezza in operatività quotidiana: include, tra gli altri servizi, MXDR per la risposta gestita, log management, vulnerability management ed EASM, così da unire visibilità, priorità e azione in un’unica regia senza stravolgere lo stack esistente