Minuti contro ore. È qui che l’MXDR – managed extended detection & response – mostra il suo senso: un modello operativo che unisce piattaforme di detection, persone esperte e playbook di risposta per trasformare segnali in decisioni e decisioni in azioni. Ventiquattr’ore su ventiquattro, senza pause notturne o weekend sospesi.
Che cos’è davvero
“Managed” significa avere un team che conosce il tuo ambiente, prende in carico il triage e coordina la risposta. “Extended” vuol dire allargare lo sguardo oltre l’endpoint: identità, email, SaaS, cloud, rete. “Detection & response” è la promessa mantenuta: non solo vedere un alert, ma guidare – o eseguire – le contromisure necessarie. In pratica, l’MXDR sostituisce il collage di segnali disordinati con una regia: correlazioni sensate, priorità chiare, esiti documentati.
C’è anche una cornice utile per leggere le scelte: non tutte le aziende partono dallo stesso punto di maturità. La ricerca ESG descrive un percorso in cinque stadi – da “basic defense” fino a “advanced” – e mostra come i servizi gestiti, inclusi MDR/MXDR, si innestino in modo diverso lungo questa curva, aiutando chi è “aspiring” o “evolving” a operazionalizzare detection e risposta, e chi è “mature” a scalare copertura e resilienza.
EDR e SIEM sono tasselli importanti, ma nascono con limiti diversi: il primo eccelle sul singolo dispositivo, il secondo centralizza i log senza “muovere le mani” in risposta. Un SOC interno può colmare il gap, ma richiede turni, formazione continua, procedure da scrivere e mantenere. L’MXDR mette insieme questi pezzi in un servizio coeso: tecnologia, analisti e processi che lavorano allo stesso ritmo, con lo stesso obiettivo misurabile – ridurre il tempo tra l’evento e l’azione.
Una storia possibile
Un dipendente riceve un’email convincente, clicca, inserisce le credenziali. A pochi minuti di distanza compare un login anomalo da un’area geografica insolita; quasi in simultanea, su un endpoint aziendale si accende un comportamento PowerShell fuori standard. Presi singolarmente, sono rumori. Mettendoli in fila, sono una trama. L’MXDR correla, qualifica la severità e fa scattare il playbook: revoca del token, reset credenziali, isolamento del dispositivo sospetto, blocco del mittente e verifica di eventuali movimenti laterali. La finestra d’attacco si accorcia, il danno non fa in tempo a diventare notizia.
Il tema non è generare più segnali, ma ridurre l’attrito. Un programma MXDR ben impostato sposta l’attenzione sugli outcome: efficacia (copertura della superficie d’attacco, stop alle minacce in corso, risposta e forensics più rapide), efficienza (meno alert fatigue e backlog, meno falsi positivi, copertura H24 a costi prevedibili), sviluppo del programma (processi standardizzati, posture che migliora, competenze che crescono) e estensione delle capacità con specialisti e IR “on demand”. In sintesi: meno rumore, più decisioni che contano.
Il momento giusto
Non serve aspettare un incidente. L’MXDR ha senso quando la superficie d’attacco cresce con il cloud, quando gli strumenti producono più segnali di quanti se ne riescano a indagare, quando il team è snello e i turni H24 non sono realistici. E, in un mercato cronicamente a corto di competenze, adottare un approccio services-first è spesso la via più pragmatica per dare copertura continua mentre il team interno presidia architettura, governance e priorità di business.
Le ricerche indicano che molte aziende hanno già adottato o stanno per adottare servizi MDR: un segnale di normalizzazione del modello, più che una moda passeggera.
L’avvio non è un tour de force, ma un percorso ordinato. Si parte dall’allineamento su perimetro, ruoli ed escalation; si collegano le fonti – endpoint, identità, email, cloud, rete – e si costruisce una baseline del “normale” su cui tarare le detection. Poi si passa alle prove: simulazioni di scenari tipici, verifica dei playbook, aggiustamenti per abbassare i falsi positivi. Alla fine del primo mese, l’operatività H24 è stabile e i primi report mostrano non solo “quanti alert”, ma cosa è stato evitato e cosa rafforzare.
L’MXDR non rimpiazza i team interni: li rende più efficaci, togliendo loro il peso del presidio continuo e del triage di basso valore. Non obbliga a stravolgere gli strumenti esistenti: parte da ciò che c’è e lo orchestra. Non è un lusso per grandi multinazionali: è un modo pragmatico per portare capacità di risposta dove mancano tempo e persone.
Il ruolo di 4IT
4IT Solution ha creato Security Essentials, un nuovo pacchetto dedicato interamente a trasformare la sicurezza in operatività quotidiana: include, tra gli altri servizi, MXDR per la risposta gestita, log management, vulnerability management ed EASM, così da unire visibilità, priorità e azione in un’unica regia senza stravolgere lo stack esistente.