Oltre la VPN: perché passare al Global Secure Access

La VPN mette le persone “dentro” la rete e spera che restino nell’area giusta. Il Global Secure Access cambia il quadro.

Non si entra più in una rete, si accede solo alla risorsa necessaria—ERP, CRM, portale fornitori—se in quell’istante identità, dispositivo, posizione e rischio rispettano le regole.

La sessione diventa un controllo continuo, quando il contesto cambia, cambiano anche i permessi. Questo riduce il danno potenziale di qualsiasi compromissione: non si espone l’intera infrastruttura, ma si abilita esclusivamente l’applicazione richiesta.

Perché e cosa cambia davvero

Per chi lavora ogni giorno, l’esperienza si fa lineare: si accende il PC e trova ciò che serve: le applicazioni pertinenti si aprono e l’accesso si adegua automaticamente al contesto, senza profili da selezionare né VPN da attivare.

Per l’azienda, l’ordine si sposta dove serve, sull’identità e sulle risorse, con policy coerenti che seguono la persona ovunque operi. Ne deriva una superficie d’attacco più piccola, incidenti che restano circoscritti e indagini più rapide perché identità, dispositivo e traffico confluiscono in un’unica telemetria. Anche i numeri tornano: meno client sovrapposti significa meno ticket e onboarding più veloce; le performance migliorano grazie al traffico di Microsoft 365 che esce direttamente verso il cloud in modo controllato, mentre ciò che è davvero interno viaggia su un collegamento protetto dedicato, evitando colli di bottiglia.

Dove l’agente non è possibile—ambienti OT, stampanti, alcune filiali—la connettività di branch mantiene coerenza di policy senza riaprire reti piatte. Per la direzione, tutto questo si traduce in continuità operativa e velocità di esecuzione: meno interruzioni, indicatori chiari su rischio e performance, una sicurezza che accompagna la crescita invece di frenarla.

Lavoro moderno, regole moderne

Il lavoro non è più un luogo: è una rete di persone, dispositivi e applicazioni che si muovono ogni giorno tra ufficio, casa e viaggio. In questo scenario, l’idea di “entrare in rete” non regge più; serve abilitare in modo sicuro solo ciò che davvero occorre, quando occorre. Il Global Secure Access è la risposta tecnica a questa esigenza di modernità: rende l’accesso un processo continuo, fondato sull’identità, capace di seguire il ritmo del business senza appesantirlo.

Qui entra in gioco il nostro servizio gestito di Managed Workplace: un modello operativo che unisce l’adozione del Global Secure Access alla gestione centralizzata dei dispositivi, alla definizione delle policy, al monitoraggio e alla reportistica continuativa. In pratica, meno complessità per chi lavora, più coerenza per l’IT e un livello di sicurezza che cresce insieme all’azienda, non contro di essa. È così che il workplace diventa davvero moderno: semplice per gli utenti, governabile per l’IT, sostenibile per il business.

Stefano Papaleo

Stefano Papaleo

CTO - Chief Technology Officer

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