Motivazione, autoconsapevolezza e capacità di adattamento

Forte della sua profonda convinzione che gli apprendisti ICT abbiano un ruolo fondamentale nell’accompagnare la digitalizzazione di società ed economia, 4IT Solutions si impegna ogni anno nella formazione di apprendisti nel campo della gestione delle infrastrutture. Tuttavia, con un mondo del lavoro in evoluzione, segnato dalla pandemia e da nuove necessità, le sfide nella ricerca di apprendisti non mancano. Come assicurare dunque un “fit” perfetto tra apprendista e azienda? Lo abbiamo chiesto a Yakup Tokmak, Recruiter Apprendisti, di 4IT Solutions.

ICT-SI: La vostra azienda impiega attualmente quattro apprendisti e ogni anno vi impegnate a formarne altri. Un obiettivo nobile, considerate le difficoltà riscontrate da molte aziende nel mettere a disposizione posti di tirocinio. Da dove nasce dunque la decisione di diventare azienda formatrice di apprendisti?

Y.T.: In 4IT Solutions crediamo profondamente nel valore che i giovani hanno all’interno della società attuale e futura, e ci impegniamo nel sostenerli al massimo nel raggiungimento degli obiettivi personali e professionali. Siamo ben consapevoli che la scelta da parte di un/a giovane di seguire questo percorso formativo nasce da una vera e propria passione per la materia. Per questo siamo felici di offrire la possibilità ad un/a apprendista di trasformare questa passione in un lavoro, un aspetto che al giorno d’oggi non è da dare per scontato.

Il mondo dell’informatica è poi uno dei settori più soggetto a cambiamenti e in continua evoluzione. Aspetti che permettono ad un/a apprendista di confrontarsi quotidianamente con nuove sfide ed opportunità stimolanti e di crescere molto a livello personale e professionale: sentirsi parte di un mondo così dinamico e poter contribuire al suo sviluppo, dà all’apprendista grandi soddisfazioni, che si riflettono in una maggiore motivazione con conseguenti vantaggi anche per l’azienda formatrice.

Infine, come aziende stesse non possiamo semplicemente più permetterci di non avere professionisti specializzati e pronti ad affrontare le sfide della digitalizzazione. Gli apprendisti sono in questo uno strumento prezioso, un investimento sul lungo termine per il futuro di società ed economia.

ICT-SI: Come giudica attualmente il panorama delle assunzioni di apprendisti ICT in Ticino?

Y.T.: Ci sono due aspetti da tenere in considerazione. Da un lato va tenuto in conto che la tecnologia, differentemente da quanto succedeva fino qualche anno fa, è parte integrante della vita dei giovani, i quali fin dalla tenera età ne sono a stretto contatto. Questo senza dubbio li predispone ad un apprendimento veloce e ne facilita il suo utilizzo. Dall’altro, il settore dell’informatica è in forte crescita e sviluppo, risultando essere molto attrattivo. Questi due fattori, insieme, spingono molti giovani a voler fare della tecnologia la loro scelta di formazione, in quanto crea un connubio perfetto tra passione e possibilità di crescita e sviluppo professionale e personale. E per noi aziende, disporre di profili motivati come questi, è un vantaggio enorme.

Quello che forse in Ticino ancora manca è una sensibilità verso la formazione dell’apprendistato, che nella mentalità tutta latina del Canton è vista ancora come formazione di “serie B”. Questo è uno stereotipo che va assolutamente cambiato. Specialmente nel settore ICT, inoltre, dove tutto si evolve molto più velocemente, i contenuti didattici andrebbero forse resi più snelli e in grado di coprire meglio le esigenze in rapido cambiamento delle aziende del settore. Questo anche fin dalla scuola dell’obbligo, con attività scolastiche ed extra-scolastiche che permettano agli allievi ed allieve di entrare in contatto con il mondo del lavoro ed in particolare il settore ICT e capire se fa per loro, prima di prendere una scelta formativa.

ICT-SI: Quali caratteristiche e competenze ricerca la sua azienda al momento dell’assunzione di un/a apprendista ICT?

Y.T.: Da diversi anni abbiamo deciso di non mettere più il profitto scolastico in primo piano, come succedeva invece nel passato, a favore di una forte motivazione e della capacità di contestualizzare sé stessi ed il proprio comportamento all’interno del mondo del lavoro e il sapersi adattare di conseguenza. Durante le selezioni cerchiamo quindi sempre di discutere con i candidati di diverse tematiche per capire se la tecnologia e l’innovazione fanno parte dei loro interessi, perché sappiamo che se lo sono il loro contributo a livello personale e professionale sarà nettamente maggiore.

ICT-SI: A quali sfide è confrontata la sua azienda quando si tratta di assumere apprendisti ICT?

Y.T.: I ragazzi di oggi sono dei cosiddetti nativi digitali: nati e cresciuti con la tecnologia, non hanno difficoltà a confrontarsi con queste tematiche. Tuttavia, il fatto che la tecnologia faccia parte della vita di tutti i giorni dei giovani può essere però visto come un’arma a doppio taglio: spesso che venga data per scontata o addirittura sottovalutata, pensando di essere già in grado di poterla applicare al mondo del lavoro con facilità. Questa dinamica, essendo il più delle volte causa di confusione nei giovani, ci porta a dover approfondire bene le esigenze dell’apprendista per confrontarle con le nostre. Un disallineamento renderebbe infatti il percorso dei 4 anni insieme più difficile per entrambe le parti.

Il mondo del lavoro è inoltre in continuo cambiamento: oggi le richieste della generazione di giovani lavoratori e lavoratrici sono infatti diverse rispetto al passato. La pandemia di COVID-19 ha sicuramente avuto un enorme impatto sull’inizio delle loro carriere, pensiamo banalmente anche solo al lavoro da remoto, peraltro già in voga nei nostri settori da tempo. Ma subentrano anche sempre più valori nuovi, come la conciliabilità tra vita privata e lavorativa, la gratificazione sul posto di lavoro, meglio ancora se consente di impegnarsi in qualcosa in cui credono. Come aziende, la sfida è dunque quella di assicurarsi di comprendere al meglio le esigenze di questa nuova generazione di lavoratori e lavoratrici – incluso tutto ciò che li motiva – allo scopo di creare il perfetto ambiente di lavoro per attrarli e trattenerli.

ICT-SI: Quale ruolo riveste l’associazione ICT Formazione Professionale Svizzera italiana nel rafforzare l’apprendistato ICT?

Y.T.: Il percorso da fare è senz’altro lungo e complesso. Non si cambiano le mentalità da un giorno all’altro. È però senz’altro utile poter raggruppare una serie di interessi e fare sì che le esigenze dei luoghi di formazione in questo ambito possano essere espresse ad una sola voce. Il lavoro di ICT-SI in questo senso è dunque molto utile, perché ci permette un accesso non solo verso la popolazione e i potenziali apprendisti, ma anche ad un livello istituzionale più alto, cantonale ed addirittura federale. Come neo-membri di ICT-SI, siamo felici di aver aderito a questa organizzazione.

ICT-SI: Quale consiglio si sentirebbe di dare ad aziende interessate ad assumere apprendisti ma che si lasciano spaventare dai potenziali rischi e costi collegati alla formazione?

Y.T.: Sicuramente il principale consiglio è di considerare i giovani come fonti inesauribili di idee e di punti di vista diversi da quello a cui siamo abituati. Valori estremamente importanti soprattutto nel mondo della tecnologia dove il pensare “out of the box” è considerato un vantaggio competitivo.

Inoltre, è molto importante non associare mai la formazione ad un mero costo fine a sé stesso, ma come una responsabilità a livello sociale. Permettere ad un/a giovane di capire il mondo del lavoro avrà sicuramente conseguenze positive per l’apprendista e per la società. Infine, non va sottovalutata l’opportunità per l’azienda di poter contare su una figura nata e cresciuta internamente e che già ne conosce bene i meccanismi anche dopo il termine dell’apprendistato.

Paola Ghezzi

Paola Ghezzi

Marketing Manager

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