VMware – Broadcom: dati e statistiche a un anno dall’acquisizione  

L’acquisizione di VMware da parte di Broadcom ha rappresentato un momento cruciale per il settore della virtualizzazione, spingendo molte organizzazioni a rivalutare le proprie strategie IT.

Oggi, grazie a un’indagine condotta da Foundry MarketPulse, sponsorizzata da Veeam, su Europa e Stati Uniti, emergono dati che offrono una prospettiva più chiara su questo cambiamento.

In questo articolo, approfondiremo i risultati del report e analizzeremo le implicazioni per i leader IT, fornendo spunti strategici per affrontare con successo questa nuova fase di trasformazione.

Un mercato in evoluzione con sfide e opportunità

Secondo l’indagine, su un campione di 561 decision-maker IT di aziende con più di 1’000 dipendenti, emergono dati che fotografano con precisione lo scenario attuale. Lo studio evidenzia che il 63% delle organizzazioni ha riscontrato un calo nella soddisfazione verso le soluzioni VMware rispetto al periodo precedente all’acquisizione. L’indagine rivela che il 36% delle aziende prevede di ridurre l’uso di VMware entro i prossimi 6 mesi, mentre un ulteriore 29% entro i prossimi 12.  La causa principale? Tra i principali motivi figurano la percezione di costi in aumento, pari a +1,47 volte rispetto agli attuali livelli, e preoccupazioni legate alla futura gestione delle infrastrutture virtuali. Per molte organizzazioni, questa trasformazione si traduce in una duplice necessità: ottimizzare le spese IT e garantire la continuità operativa.

Tuttavia, il cambiamento non è privo di ostacoli. Migrare da VMware o introdurre hypervisor alternativi comporta sfide complesse, tra cui il tempo necessario per spostare le macchine virtuali, stimato in media in 62 minuti per ciascuna, e la mancanza di risorse specializzate. Infatti, quasi il 90% degli intervistati ha indicato che sarà necessario dedicare almeno un ingegnere a tempo pieno al progetto di transizione.

Quali sono le alternative e tendenze per il futuro?

Nonostante le sfide emerse, VMware rimane un punto di riferimento nel settore della virtualizzazione, grazie alla solidità della sua infrastruttura e alla maturità del suo ecosistema. Tuttavia, l’indagine mostra che molte organizzazioni stanno esplorando alternative per diversificare o ottimizzare le loro strategie IT. Quasi i tre quarti (71%) delle organizzazioni che valutano un cambiamento si orienta ancora verso opzioni on-premises.

Alla domanda prevista dall’indagine “Quando si considerano alternative agli hypervisor, quali sono i principali fattori di valutazione? (Selezionare fino a due opzioni).”, vengono scelti tra i principali competitor:

  • Hyper-V e Azure Stack HCI (25%): soluzioni apprezzate per la loro integrazione nativa con il cloud Microsoft e per la loro scalabilità.
  • Cloud-hosted/IaaS su AWS (24%): le aziende stanno considerando di spostare parte delle proprie workload sul cloud Amazon, grazie alla flessibilità dell’infrastruttura e all’ampia gamma di strumenti disponibili.
  • Oracle Linux Virtualization (21%): soluzione spesso scelta per la sua efficienza in ambienti specifici e per la compatibilità con ecosistemi già in uso.
  • Red Hat Virtualization (17%) e Azure Cloud-hosted (17%): entrambe citate dai rispondenti perché rappresentano opzioni solide per aziende che cercano soluzioni cloud-native o basate su open source.
  • VMware su AWS (15%): scelta da chi desidera mantenere l’affidabilità delle soluzioni VMware sfruttando l’infrastruttura cloud di Amazon.
  • Nutanix AHV (13%): si distingue per le sue capacità di gestione iperconvergente, che semplificano le operazioni in ambienti multi-cloud.

Questi numeri evidenziano una diversificazione nelle preferenze dei leader IT, con un forte orientamento verso soluzioni che offrono integrazione fluida tra ambienti on-premises e cloud.

Scegliere una strategia con 4IT Solutions

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Valerio Malnati

Valerio Malnati

Customer Account Manager | Cloud Consultant

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